Nasce la Grande Asia Orientale
L’intervento di Ines Joli
Insabato ha una premessa che permette di inquadrare l’epoca in cui fu pubblicato
il testo, durante la dittatura fascista e, più precisamente, in occasione della
visita a Roma del Ministro degli Esteri del Giappone Yosuke Matsuoka, nel 1941,
al principio della Seconda Guerra Mondiale. Non può sorprendere quindi
l’attenzione riservata dall’autrice alla situazione politica coeva, né la
citazione di considerazioni di Benito Mussolini sull’Asia. L’articolo vero e
proprio sulla Grande Asia, infatti, ha inizio solo a pagina 5 del breve volume,
con un inquadramento etnico-geografico-economico per mezzo del quale veniamo a
sapere che l’identificazione di questo territorio include, secondo l’autrice,
«il Giappone, la Corea, il Manchoukuo, la Cina, il Tibet, il Nepal, l’India
dravidica, l’Insulindia e gli Arcipelaghi dei Mari del Sud». La vasta porzione
asiatico di territorio così circoscritto, comprende tre grandi gruppi:
l’indiano, il cinese e il giapponese. «Fattore precipuo di questa unificazione è
stato in gran parte il Buddhismo», scrive Ioli Insabato prendendo spunto dagli
scritti di Okakura Kakuzo, conosciuto in Italia oggi soprattutto per l’edizione
de Il libro del tè, ma invero grande interprete della cultura giapponese
anche in Occidente. Dopo il breve inquadramento generale, il testo prosegue con
un approfondimento sulla storia del Giappone e si conclude con un brano
apologetico sulla cultura nipponica che ben si addice alla natura
dell’intervento di Joli Insabato.
Stabilimento Tipografico G. Genovese
Napoli
(1941)