Angelo Maria Pizzagalli fu docente a Pisa di Filosofia sanscrita nell’anno accademico 1913-14, professore incaricato di sanscrito all’Università di Genova e per lunghi anni insegnò a Milano, sia all’Università, sia presso il Liceo Classico Berchet di Milano. L’abbondante numero di pubblicazioni a cui si dedicò dimostra il duplice impegno, poiché tra i suoi titoli trovano spazio infatti opere legate allo studio delle lingue e della filosofia indiana, così come testi volti all’approfondimento della cultura latina e greca editi in ambito scolastico. La propensione alla manualistica è dimostrata per quanto riguarda l’ambito indiano, grazie dalla reiterata pubblicazione del suo Elementi di grammatica sanscrita, dapprima per la casa editrice Hoepli, poi per altri editori, e infine ancora per Hoepli in anni più recenti. L’ambito dei suoi interessi oscilla tra la filosofia indiana, specie nei primi decenni del Novecento, e il buddhismo, più che altro nella fase matura dei suoi studi, tra gli anni ’30 e ’40, quando dà alle stampe anche il curioso titolo Giovanni Pascoli e il buddismo risalente al 1943. Nello stesso anno è inoltre pubblicata la traduzione con testo sanscrito e commento della Taittiriya Upanishad, significativa per il coinvolgimento di Enrico Gerardo Carpani nella redazione dell’opera.