L’esordio di Enrico Gerardo Càrpani (1912-1963) nel contesto degli studi italiani sulle culture asiatiche risale al 1935, anno in cui curò la redazione e la pubblicazione dei primi e unici due fascicoli della “Collana di studi orientali – Samadhi”. Le sue ricerche gli permisero di ottenere positivi riscontri in ambito scientifico, anche al di là dei confini nazionali, seppur mai ebbe occasione di diventare docente universitario. Nel 1939 ottenne un premio dall’Accademia d’Italia per la sua ricostruzione della Chandogya-Upanishad. Successivamente avviò una collaborazione col noto studioso di sanscrito Angelo Maria Pizzigalli, docente a Milano, insieme a cui realizzò la pubblicazione della Taittiriya-Upanishad con il testo sanscrito in caratteri deva-nagarici (1943). Nel secondo dopoguerra, mentre ancora si impegnava in altri imprese editoriali dando alle stampe l’edizione del suo “Corriere dei Libri” (1946-1951) e di “Studi Internazionali di Scienze e Lettere” (1956), Carpani si avvicinò all’opera artistica e al pensiero di Nicolaj Roerich, artista di origine russa che visse per molti anni in India per approfondire indagini e ricerche sullo yoga.