Ferdinando Belloni Filippi (1877-1960), fu professore di sanscrito nell’università di Pisa dal 1914 al 1952, dove era stato allievo di Francesco Lorenzo Pullé e di Carlo Formichi. Laureatosi in lettere nel 1901 e conseguita nel 1904 la libera docenza in Filologia sanscrita, tenne corsi pareggiati nella stessa materia all’Università di Pisa, dal 1905 al 1909. Belloni Filippi, come altri allievi di Pullé, ebbe modo di perfezionarsi in Germania, alla cattedra di Hermann Jacobi, per poi tornare in Italia. Nel 1910 divenne assistente dello stesso Pullé presso il Gabinetto di glottologia della Università di Bologna e sempre nell’Alma Mater fu anche incaricato di Sanscrito fino al 1914. In seguito alla nomina a professore straordinario nella sua Università, Belloni-Filippi tornò a Pisa. Ordinario dal 1919, ebbe la cattedra di sanscrito fino al 1947 e fu anche incaricato per vari anni dell’insegnamento di Storia delle religioni. Si dedicò prevalentemente alla traduzione di opere filosofiche e di drammi, così come allo studio della filosofia indiana, che approfondì nel corso della sua produzione scientifica grazie alle Lezioni sul pensiero religioso e filosofico dell’India (1910), in collaborazione con Carlo Formichi, lezioni a cura della Biblioteca filosofica tenute a Firenze e pubblicate nella rivista “Il rinnovamento”, e a i volumi Religioni dell’India: jainismo e buddhismo (1914) e La dottrina di Gotama Buddha (1928), fino al saggio Brahmanesimo e Induismo (1951), contenuto nella collana Le religioni dell’umanità. Le sue traduzioni più note sono quelle della Kathaka-Upanisad (1905) e della Brhadararyaka Upanishad, in riferimento al pensiero filosofico indiano, ma Belloni Filippi fu ben più prolifico nell’affrontare traduzioni di testi teatrali, tra cui La Vasavadatta di Bhasa (1916), Il Carudatta di Bhasa (1925), L’Asceta trasmutato in etera, farsa di Bodhâyama (1932), e L’Urubhanga di Bhasa (1941).