Francesco Cimmino (1862-1939) ha legato il suo nome a pregevoli traduzioni dal sanscrito di opere teatrali e appunto alla drammaturgia indiana ha saputo dedicare rilevanti ricerche, nel corso di una carriera svolta per intero a Napoli, dove fu allievo di Michele Kerbaker. In giovane età si dedicò con successo alla poesia e le brillanti interpretazioni dei drammi indiani che pubblicò nel corso degli anni portarono alle lodi di letterati come Pascoli, D’Annunzio e altre importanti figure della cultura italiana di inizio Novecento. Dopo la laurea in Lettere, conseguita dopo aver ottenuto una laurea in Giurisprudenza, Cimmino lasciò Napoli per perfezionarsi a Milano con Giovanni Flechia. Dal 1907 affiancò Michele Kerbaker nell’insegnamento del sanscrito a Napoli, di cui fu incaricato in seguito alla morte del suo maestro, nel 1914, e che mantenne fino al 1935. Anni in cui Cimmino seppe inoltre contribuire agli studi sul teatro indiano con interventi attenti e autorevoli.